Legge 194/2015: Attività svolte
La Legge 194/2015 “Disposizioni per la tutela e la salvaguardia della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare” si pone come uno spartiacque all’interno dell’esperienza maturata in Italia nel corso degli ultimi decenni sul tema della Agrobiodiversità.
Normativa
Se, a partire dal 1994 con l’emanazione della prima Legge regionale della Toscana, alla quale sono seguite quelle di altre regioni (l’Umbria con la L.R. 25/2001), le azioni sono state svolte seguendo un indirizzo legato alle specificità territoriali ed amministrative, con la L. 194 si è avuto un quadro di riferimento a livello nazionale con funzioni di coordinamento ed indirizzo con l’obiettivo non solo di armonizzare le esperienze regionali ma anche di valorizzarne gli importanti risultati conseguiti.
Nelle more della L. 194 sono previsti diversi strumenti di acquisizione delle informazioni come l’Anagrafe Nazionale delle risorse genetiche a rischio di estinzione, l’Anagrafe Nazionale degli Agricoltori e Allevatori Custodi consultabili sul Portale Nazionale: https://rica.crea.gov.it/APP/anb/index.php.
Accanto a questi la Legge prevede anche degli specifici strumenti di valorizzazione delle risorse genetiche e del sistema di tutela costruito intorno agli Agricoltori e Allevatori Custodi e alla rete di soggetti economici e culturali con cui questi si integrano nelle proprie Comunità di riferimento. Si tratta degli Itinerari della Biodiversità e delle Comunità del Cibo.
Itinerari della biodiversità – attività
Riguardo agli Itinerari, la Regione Umbria, con il coinvolgimento operativo di 3A-PTA, ha sostenuto la realizzazione di tre diversi progetti in altrettante aree del territorio. Gli Itinerari sono disponibili a questa pagina https://biodiversita.umbria.parco3a.org/itinerari-della-biodiversita/ quella attualmente presente che non va cancellata ma spostata gerarchicamente dopo questa nuova.
Comunità del Cibo – attività
In merito alle Comunità del Cibo, nel corso del 2025 si è conclusa la prima esperienza progettuale voluta dalla Regione Umbria che, sempre tramite il coinvolgimento operativo di 3A-PTA (e la consulenza scientifica del DSA3 dell’Università di Perugia), ha permesso di porre le basi tecniche per la futura progettazione e costituzione di Comunità del Cibo. Le attività, infatti, si sono svolte su un doppio binario. Da un lato sono stati organizzati una serie di incontri con referenti e rappresentanti di Comunità locali nei Comuni di Valtopina, Città di Castello, Gubbio, Scheggia e Costacciaro, Foligno con l’intento di informare e sensibilizzare le persone coinvolte allo strumento “Comunità del Cibo”, alle sue potenzialità in termini di coesione sociale e promozione del territorio. In alcuni di questi incontri son stati coinvolti anche referenti di Comunità del Cibo già esistenti in Italia.
Dall’altro è stato redatto un Manuale pensato come una guida utile a facilitare il lavoro di quanti vorranno intraprendere il percorso di costituzione di una Comunità del Cibo. Il Manuale è consultabile e scaricabile da questa pagina.
Sempre nelle more delle attività è stato prodotto un breve video divulgativo che racconta sia l’esperienza progettuale sia le potenzialità insite nelle Comunità del Cibo.
Tutte le attività previste dalla Legge sono rese possibili grazie ai fondi previsti dalla Legge stessa e di cui beneficiarie sono direttamente le singole Regioni che partecipano a specifici Bandi annualmente pubblicati dal MASAF.