Conservazione in situ
I trattati internazionali in materia di biodiversità di interesse agrario raccomandano che le risorse reperite sul territorio vengano non solo salvaguardate dall’estinzione tramite la conservazione ex situ, ma diffuse sul territorio di origine, in modo da permetterne l’evoluzione in risposta alle pressioni selettive che ne hanno permesso la differenziazione, operate dall’ambiente e dall’uomo. Questo tipo di conservazione, definita in situ perché effettuata nell’areale di origine della risorsa, è anche chiamata “on farm” perché generalmente effettuata all’interno di aziende agricole presenti nel territorio in cui la risorsa era tradizionalmente presente.
Di cosa si tratta
La corretta conservazione in situ/on farm della risorsa dovrebbe garantire alla risorsa stessa di evolvere in risposta alle mutevoli pressioni selettive consentendole di far fronte ai cambiamenti climatici (e in questo senso è una “conservazione dinamica”), ma dovrebbe nel contempo permettere di conservarne le caratteristiche distintive (morfologiche, organolettiche, tecniche ecc,) che costituiscono il motivo per il quale è stata conservata e tramandata fino ad oggi. Per questo, accanto alla diffusione della risorsa in ambito locale e senza vincoli per l’agricoltore, parallelamente si prevede un sistema che garantisca la riproduzione in purezza del materiale di propagazione, in modo che le caratteristiche distintive della varietà non si perdano. Oltre a questo, è necessario che l’agricoltore responsabile della conservazione selezioni garantendo il mantenimento di quelle che sono riconosciute come le caratteristiche distintive della varietà (eliminando i fuori-tipo) e garantisca la sanità del materiale di propagazione. È quindi necessario il rispetto di disciplinari appositamente predisposti per specie, che prevedono anche l’effettuazione di controlli periodici in corrispondenza di precise fasi fenologiche o agronomiche.
Collezione di varietà locali di vite del Territorio Amerino
Il vigneto sperimentale realizzato presso l’Azienda Vitivinicola Zanchi, autorizzato con la determinazione dirigenziale della Regione Umbria n. 6494 del 23/07/2008, raccoglie numerose accessioni di Vitis vinifera L. reperite nel corso di specifiche ricerche eseguite nel corso dei primi anni 2000 nel territorio Amerino. La scoperta e la valorizzazione dei vitigni autoctoni e/o minori consente di ampliare e differenziare l’offerta enologica nonché di caratterizzarla, dando la possibilità alle aziende di distinguersi sui mercati con prodotti tipici e di difficile imitazione, mediante l’utilizzo di vitigni emergenti e di indubbio valore enologico. Le attività di studio portate avanti in collaborazione con la Cantina Zanchi ed il Centro di Ricerca e Sperimentazione Vitivinicolo di Orvieto (C.R.S.V.) hanno già permesso di individuare alcune varietà autoctone in grado di ottimizzare e di esaltare il binomio vitigno-ambiente tipicizzando così i vini prodotti e rendendoli riconoscibili dai mercati sia nazionali sia esteri.
Casa dei Semi del Trasimeno
La Casa dei Semi del Trasimeno è un sistema comunitario partecipato di diffusione di sementi di varietà locali del territorio. Le aziende che fanno parte del progetto, sotto il coordinamento di 3A-PTA e con il supporto dell’Università degli Studi di Perugia, collaborano nel conservare, riprodurre, coltivare, conoscere e far conoscere questo materiale, sperimentare filiere di vendita e di diffusione di conoscenze e saperi locali.