Mostre pomologiche
Dal 2012 3APTA ha curato anche la realizzazione di Mostre Pomologiche con l’obiettivo di divulgare i temi dell’Agro-biodiversità. Attraverso la progettazione di percorsi espositivi si è cercato di creare un momento di coinvolgimento con tutti i possibili fruitori, sia studenti sia persone interessate.
Le diverse Mostre Pomologiche sono state pensate su misura per il sito in cui sono state allestite. La prima esperienza è quella che ha visto come sede la Scuola Agraria ʺCiuffelliʺ di Todi. Per tre anni, dal 2012 al 2014, il Chiostro, l’Aula Magna, Il Teatro, ed altri spazi della Scuola sono stati la quinta scenica del percorso espositivo la cui progettazione è stata curata dallo Studio grafico Molly&partners di Terni.
La Mostra era suddivisa in 5 sezioni: Frutti dal vivo; Arte e scienza nelle immagini dell’erbario di Ulisse Aldrovandi e della Pomona Italiana di Giorgio Gallesio; Quel che resta con una escursione sul paesaggio agrario storico grazie alle fotografie di Henri Desplanques; la collezione di frutti in cera del Garnier Valletti; Attività di ricerca.
L’allestimento presso la Scuola Agraria ʺCiuffelliʺ di Todi
Di sicuro chi ha avuto modo di partecipare ricorderà l’allestimento di maggior effetto presso l’Aula Magna dove venne allestito un espositore per la collezione dei frutti in cera del Garnier Valletti, ed una grande struttura centrale, ribattezzata ʺdisco volanteʺ per la sua forma circolare. Non meno affascinanti anche tutte le altre ideazioni espositive, come quella per la mostra pomologica vera e propria, o gli espositori per le illustrazioni delle tavole naturalistiche.
Questa esperienza triennale è stata poi condensata nella pubblicazione “Un’immensa volontà. Un viaggio nell’arte e nella scienza, tra pomologia e paesaggio dal ‘500 ai giorni nostri”, consultabile alla pagina Pubblicazioni.
L’allestimento presso Villa Fabri a Trevi
Successivamente a questo 3A-PTA ha preso parte con piccoli allestimenti ad altre Manifestazioni, tra le quali ci fa piacere ricordare l’edizione del 2016 di Todi Fiorita e le due edizioni de “Il Pomo di Amelia”.
L’ultima Mostra ad oggi realizzata è stata quella allestita presso la splendida Villa Fabri a Trevi. La Mostra era suddivisa in quattro sezioni. Nella prima Sezione intitolata “La biodiversità vegetale e animale”, allestita nella sala affrescata delle Quattro Sante, sono stati disposti quattro espositori: uno dedicato alle varietà di legumi e frumenti di varietà locali della Regione Umbria, uno alla storia del frumento, un terzo realizzato per l’occasione dedicato alla storia del Mais. Infine, un pannello illustra alcune delle principali razze animali che ancora sono allevate in ambito regionale.
Nella seconda Sezione, “Quel che resta”, allestita nella sala affrescata degli Eremiti, era idealmente possibile fare un salto nel passato grazie alla riproduzione delle fotografie di Henri Desplanques, geografo francese che tra gli anni ’50 e ’70 dello scorso secolo viaggiò per le campagne dell’Italia centrale, Umbria compresa, lasciandoci non solo un prezioso volume dei suoi studi (Campagne Umbre), ma anche una ricca documentazione fotografica che rappresenta una traccia storica fondamentale per capire le evoluzioni e le trasformazioni sociali vissute in ambito rurale in quegli anni. In un angolo di questa sezione è stato anche allestito uno spazio dedicato alla Casa dei Semi del Trasimeno, progetto pilota di gestione condivisa e partecipata delle sementi a livello locale. Molta curiosità hanno suscitato le Zucche del Pellegrino, dalla particolare conformazione a bottiglia.
Nella terza Sezione, allestita nella sala centrale, il tema era “Pomologia tra arte e scienza”, con un chiaro riferimento alle tavole pittoriche tratte dall’Hortus Pictus di Ulisse Aldrovandi e dalla Pomona Italiana di Giorgio Gallesio. Due splendidi esempi di opere che in tempi diversi (del XVI° secolo la prima, del XVIII° la seconda) hanno visto i loro Autori, con un approccio riconducibile alla temperie culturale del loro tempo, cimentarsi nello studio delle Scienze Naturali. In questa sala, di per sé splendida per l’affaccio sulla terrazza della Villa, per gli affreschi del soffitto e per il curioso trompe-l’oeil dell’uomo che si affaccia da una finta porta, hanno trovato spazio i frutti (mele, pere) di quasi 50 diverse varietà locali del territorio regionale: Mele a Sonagli, Coccianesi, Conventine, Ruzze (…) e Pere Sementine, Monteleone, Trenta once, Marzaiole (…).
Infine, la quarta Sezione, allestita nella Sala delle Arti, è stata dedicata ai frutti di varietà della Regione Emilia Romagna (a cura di Sergio Guidi) ed alle teche che ospitano 12 esemplari dei frutti in cera opera del ceroplasta del XVIII° secolo Garnier Valletti (per gentile concessione dell’Istituto Agrario “Ciuffelli” di Todi). Per questo motivo la Sezione è intitolata “Frutti di altre contrade e di altri tempi”.